Lo chiamano Atp 250 di Auckland ma è nei fatti il regno dell’italianismo più spinto. Il movimento infatti schiera cinque giocatori, anche se le prospettive di arrivare in fondo sono molte poche, almeno sulla carta.
I 250 precedenti agli slam, non meno di quelli immediatamente successivi, sono la sagra dell’irrazionale e del non pronosticabile, oltre che i tornei Atp più vicini, come livello, a un robusto challenger.


Obbligatorio partire da Peccatore. Jannik Sinner è stato omaggiato di wild card, ma prosegue il suo percorso maledetto a livello di sorteggi. Dopo aver beccato l’ottimo frigorifero finlandese Ruusuvuori a Bendigo (finito in finale e tutt’altro che chiuso contro quadrisavolo Kohlschreiber), ad Auckland trova subito Paire.
Non ridete di Benoit Paire, del suo scazzato, talentuoso e dissipante hipsterismo mechato, o meglio fatelo sempre ma ma non nei tornei che precedono gli slam, dove ama divellere con un agio francamente misterioso. L’anno scorso vittoria a Lione, prima del Rolando e finale a Winston Salem a precedere gli Us Open.
Insomma Sinner parte sfavorito, anche parecchio, anche se a quote alte gli scommettitori potrebbero farsi tentare. Nel suo spot, il peggiore dei 4, si trovano anche Noorie e Chachanov.
Capitolo Fabio Fognini nel segno dell’insondabilità più crassa e stordente. Fogna non è mai stato un campione di costanza, ma nel 2020 pare davvero avere le stigmate della scheggia impazzita. In Atp Cup (va bè…) divelle per un set Medvedev, si fa ridicolizzare da un falegname sgraziato come Ruud e poi redime Isner, brekkandolo anche con sicumera.
Insomma non si capisce davvero nulla. Potrebbe perdere anche con il bye al primo turno o con il vincente di Feliciano Lopez (still alive) e il calabrese d’adozione Andujar al secondo. Se è in buona però va avanti e potrebbe anche incrociare Sonego.
Potrebbe, ma la vedo dura perché Lorenzo Sonego non sono certo batta Hurkacz (ci stava un gioco linguistico volgare ma questo è un blog raffinato) al primo turno e presumibilmente Tiafoe al secondo turno, altro indecifrabile a suo modo divertente.
Non se la ride di gusto nemmeno Seppi che incrocia la sua sacra racchetta con il fuoriclasse del ping pong Mannarino al primo turno, che può essere agevole come rognoso.
Il dominio quasi disumano di inizio anno di Andreas potrebbe prendere corpo grazie a un tabellone piuttosto agevole che vede Isner (sempre più semimobile) come maggiore insidia. Almeno fino alla semi, dove troverebbe Shapovalov, testa di serie numero 2 e obiettivamente il favorito del torneo.
Ma ripetiamo prima degli slam non esistono gerarchie, e se l’ex inutile soprammobile è bello caldo, tanto da meritarsi la cover, potrebbe non investire troppe energie prima degli Australian Open, dove potrebbe dire la sua.
Per chiudere questa carrellata dominata da un nazionalismo quasi acre e ridondante va citato Marco Cecchinato. Promosso in tabellone come Seppi, all’ultimo minuto, si avvicina a Fognini per capacità di perdere da chiunque, ma si allontana dal ligure per la capacità opposta.
Trova Albot, potrebbe essere una buona notizia. Per Albot…