Dopo una prima giornata piovosa e avvincente come un Itf Monastir qualsiasi, il day 2 dell’Australian Open si è fatto rispettare, tra sorprese, epiche rimonte e partite infinite, come da tradizione del primo slam dell’anno.
Il movimento ha divelto solo a tratti, con Seppi in versione australiala ingiocabile, Sinner al secondo turno in 6 minuti scarsi, Sonego incapace di resistere a un Kyrgios quasi centrato e Cecchinato abbattuto da uno Zverev che gli ha concesso anche un break di vantaggio nei primi due set.
Tra le ragazze sono uscite sia Cocciaretto che Paolini, avanti miss Godot Giorgi. Un torneo femminile finora avaro di clamorose sconfitte contro pronostico come accade molto spesso.
Sorprendenti le vittorie di vomitina Jabeur, che ok è imprevedibile, ma ha preso davvero a pallate Konta; Del Bonis (per spirito ineditamente dittatoriale contro Joao Sousa) e Tabilo, che dalle quali arriva al secondo turno dopo aver sconfitto in 5 set Galan.
Passa anche Gerasimov, sempre in 5 set, contro Ruud, nell’unico vero regalo giornaliero dei book che lo hanno quotato a 3!
Fabio Fognini: 9
Impossibile non partire da Fabio Fognini. Che non è stato solo sbrocco, per quanto grandioso sia stato il monologo (ah, si è anche divelto una mano per prendere a pugni la poco amata racchetta), ma per la qualità della partita e le numerose soluzioni balistiche contro la pertica irricevibile (Opelka).
E al netto della solita polarizzazione sul suo carattere nessuno gli può togliere che è l’ottava rimonta da due set sotto in carriera, non una statistica da poco per uno famoso per la mutevole presenza agonista.
Jo-Wilfred Tsonga: 10 d’incoraggiamento
Si è ritirato il povero Tsonga. Peccato, aveva vinto il primo con Popyrin. Spiace vederlo così mal messo, verso il crepuscolo, messo alle strette dalla sua anemia falciforme. Non è uno scherzo, non questa volta, ne soffre davvero.
Speriamo in ultimo guizzo, un’uscita epica perché gli ho voluto molto bene, specie quando si rivelò al mondo proprio in Australia asfaltando Mutanda, prima di perdere in finale da Robot.
Era il 2010, la dittatura dei fab four stava per prendere corpo – per sottrarre il tennis all’assolo senza sosta del Felpato – e lui ha provato saltuariamente a scalfirla, prima che ci riuscì Wawrinka.
Ernests Gulbis: 8
Che Gulbis potesse fare partita con Aliassime l’ho pensato solo io e qualche lettone in pieno dopo sbronza. Non so ancora come mai l’ho pensato, forse perché nelle poche partite del 2020 non è stato battuto anche dai raccatapalle come l’anno scorso, però è stata più un istinto estemporaneo che un ragionamento.
Ho visto pochissimo del match e il giovane canadese, probabilmente tritato dalle aspettative, sta facendo molta fatica da metà anno scorso, ma Gulbis ha amministrato con inedita solidità.
Il tifo australiano: 9
Vedo tennis con cognizione dal 1985 e per quanto la sacralità di questo sport la conosco bene e la rispetto non me ne è mai fregato molto dei suoi tic altolocati, di Clerici che chiamava maleducati chiunque facesse un respiro, di Lendl che interrompeva il match se uno tra il pubblico si grattava il mento.
Facciamolo un po’ di casino, come nelle vecchie Coppa Davis, bagniamoci in un dannato bagno nazional-popolare. Gli australiani a volte sono degli americani più sbracati, che è come immaginare il punto di non ritorno della non eleganza, ma tifano con ardore e spensieratezza, tanto da rendere i latini degli stitici scandinavi.
Oggi hanno trascinato alla vittoria Bolt contro il dirigente del catasto Ramos-Vinolas. A un certo punto Bolt pareva davvero morto (credo avesse anche i crampi, strano per il primatista mondiale dei 100 metri), ma si è sentito costretto a redimere in cinque regalandomi anche la prima quota 6 presa del torneo. Mi sono divertito.
Gente che parla di Sinner: 2
Nadal, Federer, Djokovic, McEnroe, Dino Zoff, mi zia: basta! Ogni giorno qualcuno parla del futuro di Sinner e qualcun’altro, di converso, le pialla con l’esigenza di lasciarlo sereno.
Possiamo semplicemente smettere di chiedere a chiunque un’opinione su Peccatore? Non è gelosia perché un anno fa ne parlavo solo io e qualche altro malato mentale, è che proprio non se ne può più.
Questa notte comunque se la gioca contro Fucsovics, giocatore alla sua portata, ma da battere punto su punto. Secondo le quote l’italiano è favorito: andiamoci cauti.
Certo un terzo turno eventualmente con Dimitrov (in pigiama) lo vedrei volentieri. Sull’eventuale turno successivo taccio. Sapete perché! Non succede, ma se succede…