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Betting: le statistiche, il metodo e i risultati di febbraio

Febbraio 2020, per quanto riguarda il betting è stato il mio miglior mese di sempre, sia in termini di pronostici che di scommesse effettuate.

Non il mese di maggior profitto in assoluto (Fognini che vince Montecarlo a 75 di quota capita una volta sola nella vita), ma sicuramente quello dai risultati statisticamente più interessanti e duraturi.

Li approfondisco senza essere certo che la cosa appassioni minimamente anche all’esterno, ma un blog è comunque un diario e questi sono appunti che mi viene comodo sistematizzare. Quindi portate pazienza.

Dal punto di vista del metodo ho giocato con un bankroll controllato, ma non dogmatico, quindi gestione elastica delle giocate, spazio all’istinto e all’esperienza, con un solo paletto sulle sconfitte, mai superiori al 10% del totale in una giornata.

Concretamente, se in un giorno non entrano mediamente quattro scommesse (una giocata a stake consistente, una a stake medio e due a stake contenuti, per esempio) ci si ferma inderogabilmente. Giocare per recuperare è il più deleterio vizio di ogni scommettitore.

Per quanto riguarda il metodo di gioco, ho usato i miei tre approcci classici, su cui ho già ampiamente divelto le gonadi:

  • Singoli set e scommesse in singola, massimo in doppia. Rarissime (e anche poco fruttuose) le trasgressioni.
  • Live su giocatori di ottima conoscenza e maggiore attenzione al tennis femminile, molto portato al ribaltamento del risultato.
  • Rimonte dei favoriti o dei pari quota, a metà del secondo set con quota mai inferiore a 3. Questo è il mio cavallo di battaglia bettistico più classico e quello più soggetto a varianza.
  • Studio delle statistiche dei giocatori e ricerca di nuovi talenti spesso in grado di sorprendere prima che i book facciano la tara sul loro valore. Le situazioni che si vanno a cercare sono come quelle del lettone Ozolins, giunto proprio oggi alla finale del future di Trnava, dopo 4 vittorie da sfavorito.

Il resto l’ha fatto la varianza (particolarmente positiva soprattutto nella terza settimana del mese), molte situazioni vantaggiose in termini di punteggio e il maledetto coronavirus, che mi ha costretto a lunghi periodi a casa con le mie figlie, con maggior tempo dedicabile allo studio delle quote.

I FREDDI NUMERI

Il dato statisticamente più interessante è naturalmente la maggioranza di vittorie sulle sconfitte, non una cosa da dare per scontata, anche nei mesi positivi, quando si gioca spesso su quote medio/alte. Il mese si è concluso con un ottimo 67,2% di vittorie, con un profitto del 292%.

Il picco è stato il 23 febbraio (dove ero al 71.4% di giocate vinte), poi un calo fino a un grande 29 febbraio bisestile. La giornata di oggi, infatti, è stata la seconda migliore del mese e la quarta da quando prendo nota delle mie giocate (circa 7 anni). Mentre scrivo ho ancora in sospeso Renzo Olivo, giocato a quota 4.1 contro Wild, per sfiorare un profitto del 300% complessivo.

Più anni bisestili per tutti

La quota media delle vittoria è stata 2.18, statistica abbassata dalle doppie costruite su quote dall’1.40 all’1.56, altrimenti la quota media sarebbe del 2.98.

La quota media delle sconfitte è stata del 3.84, molto buona. I mesi negativi sono quelli in cui si perdono quote molto basse, ma è più un problema dei multiplisti che magari non chiudono una giocata su 6 eventi per una giocata a 1.15.

La quota più alta incassata è stata Sanders a 26 contro Uchijima in rimonta, la mia quota preferita, a cui ho dedicato anche una legge di rara demenza, ma di costante applicazione.

Non che tutti i giocatori che arrivano a 26 vincano i match ma è spesso una quota baratro dalla quale parte spesso una rimonta, che magari poi non va a buon fine.

La quota più alta sbagliata è stato l’antepost di Sinner a 100 a Marsiglia, ma è più significativa una tripla live, un po’ estrema, che pagava 54 ed è stata persa per un soffio a causa dell’improvviso suicidio di Giustino contro Gaston a Bergamo.

Ci ho dedicato anche un post su Facebook di pura catarsi.

Brucia anche l’antepost di Gerasimov a Pune, provato a 25. Arrivato in finale il russo ha perso con Vasely, ma la quota pre-match a 2.6 mi ha permesso una discreta copertura.

CAPITOLO EXCHANGE

Scorporando le giocate fatte su betfair con il sistema exchange la quota media salirebbe vertiginosamente a 4.12. Questo perché in quella modalità provo sempre partite rischiose puntando a bancare nel corso del match.

La statistica delle giocate di betfair exchange di febbraio conta un 36 su 45 molto positivo (secondo risultato personale di sempre), ma con l’amarezza che 33 delle 36 giocate vinte sarebbero andate a termine senza fare un cashout, aumentando vertiginosamente il profitto.

D’altronde exchange è un sistema mutuato dal trading online e finalizzato a questi tipi di mercati, quindi non ci si dovrebbe mai lamentare di come sarebbe andata a finire la partita una volta che si decide di uscire dalla scommessa, ma una sproporzione del genere salta agli occhi.

Per renderla più esplicita, se avessi tenuto le 33 partite prese il profitto a fine mese non sarebbe stato del 292% ma del 654%, un dato piuttosto spaventoso.

Il miglior cashout effettuato in un incontro finito poi contro la giocata è stato invece quello di Matteo Gigante a Bergamo contro De Greef, preso a 10 nel secondo set. In quella occasione sono uscito quando ha servito per il match, prima di perdere al terzo portando a casa quasi tutto il profitto possibile.

Un’altra statistica molto significativa, che ha aiutato molte scelte fatte, è relativa al tennis femminile e segna una discontinuità netta con quello maschile: nel mese di febbraio, tra le partite limitate al circuito maggiore, la vittoria del secondo set della giocatrice sfavorita, dopo aver perso il primo, è stata del 62.4%. Statistica però che non aggiorno dal 25 febbraio.

Un dato piuttosto impressionante visto che le dinamiche del tennis vedono logicamente più probabile la rimonta del tennista favorito e non il contrario.