Bello ma a quanto pare inutile, Dennis Shapovalov ha saputo, in età giovanissima, accendere il cuore dei nostalgici più impenitenti.
È stato un abbaglio imperdonabile, ma ne avremo altri prima che il cinismo ci sommerga.
Lo ricordiamo divellere con gioia e relativo agio Nadal nel master 1000 di casa quando aveva ancora i brufoli della pubertà. Potente, elegante, tutto istinto, voglia di emergere e rovescio a una mano al salto. Soluzioni estreme alternate a errori gratuiti, Dennis pareva saper redimere e perdersi in un bicchiere d’acqua, ma avere i crismi dell’epica per il coraggio sfrontato con cui usciva dalle situazioni critiche.
Non è più così, ora si è specializzato solo nella seconda dote, perdersi in un bicchiere d’acqua soprattutto su terra ed erba, dove si muove con la naturalezza di un contadino lucano in un’orgia massonica sull’aventino.
A Wimbledon è stato toccato il punto più basso della sua giovane carriera. Perdere 3 set a 0 da Berankis (uno che sa giocare a tennis, ma che ha smesso di farlo con decisione dal governo Dini) al primo turno è una punizione severissima. Per Shapovalov e per tutti noi, sempre alla ricerca dell’eroe romantico salvatore.
Io ci bevo su. Come mi è proprio.
[Foto crediti: japantimes]