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Che cos’è Storie di Tennis?

Cos’è Storie di Tennis? In principio è stata una pagina facebook, ispirata dal bellissimo libro Vite brevi di tennisti eminenti di Matteo Codignola.

Ne ho amato lo stile libero e letterario e ne ho voluto fare un epigono social, che assecondasse però la mia natura cazzara, soprattutto la ricerca di mondo ideale e immaginario lontano dagli sfarzi del grande tennis. Da qui la modifica delle vite da eminenti a NON eminenti.

Presentadola scrivevo:

Bene bene, era tempo di fare ordine nello stato delle cose del tennis. Questa è una pagina di puro dileggio, non contaminata da cronache, statistiche e seriosità.
Questa è una pagina, che diventerà un sito e un podcast
Questa è una pagina dedicata a chi:

  • Ama le storie, soprattutto quelle curiose
  • Adora gli irregolari
  • Gode nel vedere tornei challenger quando iniziano gli slam (per questo la inauguro oggi, in contemporanea con l’inizio del Roland Garros)
  • Crede nell’epica e nei 150 a 148 al quinto dopo 79 ore di gioco
  • Ha ossessioni fuori controllo
  • Ha tendenze ludopatiche consapevoli ma critiche, senza moralismi di sorta
  • Guarda le partite del Peccatore sul cellulare quando dovrebbe lavorare
  • Sbadiglia ai moti di eccitazione dei telecronisti per ogni gesto di Federer
  • Storpia i nomi di tutti i giocatori
  • Crede che il verbo divellere sia l’unico da usare per descrivere l’andamento di un incontro
  • Non immagina ci sia bellezza maggiore della volè in tuffo di Dustin Brown che accompagna questo post e l’immagine di copertina.

Fare un blog anche per dileggio è affar serio, ti assorbe, richiede supporto (grazie Alessandro Gambato!), un po’ ti motiva, un po’ ti fa chiedere se non bastasse la pagina FB (che librofaccia non mi fa più cambiare quindi avrà nome stridente rispetto al sito, amen), sicuramente ha già messo in secondo piano l’idea del podcast perché il tempo libero è comunque sempre quello che è.

Non c’è nulla di professionale qui dentro, ma c’è passione, voglia di giocare e sovvertire qualche regola nel modo con cui si racconta il tennis. Mi sembra un obiettivo interessante e i riscontri social (soprattutto da parte di chi non ha addirittura alcun interesse verso questo sport) sono stati incoraggianti.

Sarà mio compito dare un equilibrio a questo blog, allargarne le visioni (per ora c’è l’ottimo supporto di Massimo Garlando e qualche coraggioso a proporsi), imperdirmi di scadere nel farsesco o nella maniera.

La cosa più difficile sarà rifiutare il caldo abbraccio della nicchia: d’altronde i miei compagni di visione e di cazzeggio tennistico sono gli stessi da qualche lustro, c’è un linguaggio comune ombelicale.

C’erano già anche quando scrivevo di tennis sul mio primo blog (un esempio di anarchia tematica indefessa che ho smesso di aggiornare per il più aiellistico dei motivi: non trovavo più le chiavi di accesso…).
C’erano quando avevo multipli profili, tutti dementi, su Hypertennis.
C’erano su MyMag; commentavamo insieme i post deliranti di Andrea Scanzi sul blog di La stampa o le mie intransigenze semantiche agli albori di Facebook.

Il blog ha più anime e contenuti, mi racconta attraverso le categorie che lo compongono.

C’è la mia anima da beautiful loser, sempre alla ricerca dei figli di un dio minore, come ama definirli Garlando, quindi uno spazio dedicato al mondo dei tornei challenger e ai protagonisti più divertenti.

Un mondo ultimamente davvero dominato dal tennis italiano. Dopo anni spesi a prendere per i fondelli l’ottimismo della propaganda che voleva sempre il tennis italiano in salute, il movimento si è mosso davvero e attualmente siamo numericamente ai vertici.

C’è la mia anima da indomito scommettitore, che rifiuta la visione retorica del malato da slot machine che si gioca compulsivamente gli organi (chi non si controlla nel betting è un profilo psicologico border line in assoluto, poco c’entra dove perde la ragione) e crede nello studio, nella statistica, senza dimenticare che è un gioco sommariamente in perdita dove il culo e l’inerzia hanno il loro peso.

Senza ambire a diventare un tipster qui ci sarà un pezzo quotidiano su qualche quota interessante da giocare.

C’è la mia anima più inevitabilmente demenziale. Non riesco a immaginare altre personi capaci di regalare addirittura una sezione di un blog alle leggi del tennis, cioè a un universo legislativo puramente immaginario, preda del mio avido spirito positivista.

Le palle corte invece sono delle semplici news, ma rispettose del taglio del blog, spesso irridenti, totalmente oppositive del criterio di notiziabilità giornalistica.

Infine le storie, che poi dovrebbero essere il fulcro del sito, i contributi più affilati, sentiti, complessi. Spesso i più difficili per una questione di tempi.

Che dire ancora? Io vi aspetto qui dentro, se ne avete voglia, ne vedrete delle belle.

[Foto credito: George Herringshaw, 28 giugno 1985, Miloslav Mečíř, SportingHeroes.Net]