Mentre tutti voi dormite i sonni colpevoli di chi considera terminata la stagione tennistica 2019, Marion Viertler vive, educa, redime e divelle a Il Cairo, vincendo il suo primo Itf partendo dalle qualificazioni.
Ecco, riepiloghiamo qualche dato anagrafico: Marion Viertler, classe 2001, italiana con nome ben poco italiano (in quanto sudtirolese), nota solo a qualche addetto ai lavori ed esplosa in un torneo nel disinteresse generale.
Vi ricorda qualcuno?
Ebbene sì, per doverosa analogia, abbiamo una Peccatrice, di cui non ci è dato vederne le qualità tecniche nemmeno sul tubo, ma che ha deciso di dare senso al tennis di fine novembre trasformando l’Egitto nella sua personale battaglia di Badr e nel bancomat settimanale degli scommettitori più fedeli, quelli che trovano partite da giocare anche quando il “vero tennis” è in letargo.
Come è andata, tra ricostruzione drammaturgica e cronaca livescoristica?
Una decina di giorni fa Marion saluta per un padio di settimane il TC Merano dove si allena, prende armi, Kerner, passaporto e bagagli per partecipare al terzo torneo Itf della carriera, ma sostanzialmente siamo (come per Sinner a Bergamo) a una specie di esordio.
Le prime due apparizioni a livello pro, infatti, sono state wild card casalinghe nelle qualificazioni a Ortisei, dove, sia nel 2016 che nel 2018 rimediò pochi game.
Poi, dal nulla, al primo torneo della stagione, ha sentito pulsare in modo nitido il desiderio di divellere incessantemente.
Si parte (con il botto) già dalle qualificazioni: derby movimentista al primo turno con Chiara Bordo, strapazzata 6/4, 6/1, a quota 6. Si replica il giorno dopo con la Fuad. Per non essere monotona redime invertendo il punteggio: 6/1, 6/4.
La svizzera Nadine Keller le regala un primo turno piuttosto proibitivo: Marion perde il primo, corteggia il baratro nel tie break del secondo e vince agile al terzo, lasciandoci ipotizzare tigna peccatoriale. Segue divellamento agile di Sofia Dmitriev (6/1, 6/3) e nei quarti la vittoria sempre in 2 con Lexie Stevens, 676 al mondo.
In semifinale trova una coetanea di cui si fa un gran parlare, Carlota Martinez Cirez, che le strappa il primo set, prima di beccarsi un duplice 6/1. Qui è d’uopo segnalare come la Peccatrice ami il 6/1 e lo preferisca al più prosaico 6/0, probabilmente perché già conosce la legge del 6/0.
Solita quota da sfavorita per la finale contro la tennista di casa Lamis Alhussein Abdel Aziz. Marion sente forte l’emozione, così forte che vince il primo set con il solito 6/1 senza tanti convenevoli. Più lottato il secondo, dove perde un paio di volte il servizio (se c’è un dato statistico sorprendente è la forza al servizio dell’altoatesina, specie per l’età) e arriva lottando al 5/4. Qui fronteggia una palla break, prima di arrivare al primo match point.
Il secondo è quello buono. Divelle. Segue pugnetto liberatorio di fronte a uno schermo inerte. Che non ha pietà di me (cit.).
Gambe forti, sviluppo impetuoso (se paragonate le prime foto che stanno uscendo dopo le vittorie di questa settimana a quelle precedenti sembra essere diventata un’altra), non mi è dato sapere molto del suo gioco visto che nemmeno la finale ha avuto copertura televisiva, ma la storia era “troppo da storieditennis” per non venire raccontata.