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Come terminerà il 2019 di Fabio Fognini?

Con la sconfitta a Los Cabos, torneo vinto lo scorso anno, Fabio Fognini è uscito dai primi 10 giocatori del mondo.

Nessuna sorpresa, soprattutto alla luce del suo avversario. Fritz è tosto, in crescita e uno dei giovani più futuribili in quanto a concretezza.

No, l’entusiasmo tecnico ed estetico non alberga in lui, ma che la sfida con Fogna fosse data alla pari, anche nelle quote, mi è parso un abbaglio evidente.

Quattro le possibili letture della seconda parte di stagione per il ligure. In realtà sarebbero due, quella ottimista e quella pessimista, ma se non faccio un po’ il demente non mi diverto.

Pessimismo cosmico vagamente livoroso

Fognini è un bluff: è bipolare, maleducato, nove anni fa ha rubato il portafoglio a un anziano. Il fatto che sia un tennista professionista è un caso del destino.

Da adesso le perde tutte, si ritira e finisce all’Isola dei famosi dove bestemmia e mangia una balena viva.

Pessimismo legittimo e argomentato

Nonostante l’epico ingresso in top ten, la stagione di Fognini è mediocre.

Togliendo il tonitruante exploit di Montecarlo, il ligure ha una sequenza impressionante di uscite ai primi turni, un numero molto basso di vittorie, alcuni infortuni e raptus mentali che dice di aver quasi del tutto messo sotto controllo.

Chiude nei 15 ma non migliora il suo best ranking.

Ottimismo moderato con un pizzico di tifo

Fabio ha pochi punti da difendere e quindi ampie possibilità per rientrare e finire addirittura negli 8 quindi alle Atp Finals.

Ha il tennis per giocare bene anche sul cemento e indoor, arriverà alla seconda settimana agli Us Open.

Insanità fanboysta

Fabio Fognini è il più grande giocatore mai esistito, ha qualche sporadico problema di tenuta mentale ma può divellere chiunque quando vuole.

Vince tutti i prossimi master 1000, gli Us Open senza perdere il servizio, chiude la stagione terzo in classifica e redime alle Atp Finals battendo Federer in finale ricordandogli che a 18 anni era biondo, paciocco e inchiavabile.