Che abbia sporadici e improvvise resurrezioni o non le abbia (più probabile), ieri il mondo romantico ha assistito a un rito di passaggio: la fine definitiva di Richard Gasquet, la cui stessa esistenza è probabilmente uno dei motivi per cui gran parte della combriccola di amici impallinati con il tennis è ancora qui dentro, su una pagina Facebook, a sparare cazzate.
Riccardino ieri è stato divelto con furia inaudita, non da uno dei tanti fuoriclasse (che più di lui hanno trovato la gloria), abituati a redimerlo nel corso della carriera. No, sarebbe stata una sconfitta epica e l’epica mal si addice a Richard. Ieri, il nostro Gasquet, in versione inevitabilmente Telonetti, è uscito di scena, a Parigi giocando contro Juan Ignacio Londero, terraiolo edile di rara inavvenenza.
Ed è stato, appunto, crepuscolo, uno spettacolo spettrale. Come in un film di fine carriera di John Ford, su gli ultimi cowboys non più necessari ma comunque necessari, l’antieroe Gasquet è apparso smunto, stempiato, quasi spaesato, sottomesso a un dominio coatto dolorosissimo.
Un piccolo impeto, un desiderio timido di risveglio e rimonta, nel quarto set, ci ha fatto sperare in un sussulto prima dell’agonia definitiva. Poi il vuoto, davanti di un break, la mattanza.
Una sequenza quasi ininterrotta di 22 punti di Londero ha chiuso un’epoca, quella dell’abbacinamento velleitario, dei rovesci a tutto braccio da 26 metri dietro la riga di fondocampo, dei serve and volley disperati sulla seconda palla, della tristezza impossibile da celare sul volto di un ragazzo mai diventato uomo, nonostante i segni di una vecchiaia arcigna, financo spietata.
Eppure, grazie a Riccardino,ieri, ho almeno coniato una nuova espressione atta a divenire l’ennesimo inutile tormentone infantile: TERGICRISTALLISMO. Sì, nei momenti più duri, ieri, Gasquet si è ridotto a un misero tergicristallismo, variante eroica del telonismo più agonizzante.
Costretto a rincorrere la palla ovunque, arrivando sempre male, tagliandola sotto, rimettendo di là il poco che aveva, segnando il contrappasso definitivo: uno dei bracci più sontuosi della storia del gioco, costretto al martirio più pornografico.
Mi ha fatto malissimo vederlo ridotto così. Sipario.
Ciao Riccardino, ti abbiamo voluto più bene di quanto ne meritassi, ora ti prego, smetti!
