Exit a Milano, le bombette e il post Covid

Exit a Milano, le bombette e il post Covid

Exit, il vivace chiosco milanese di Matias Perdomo, Thomas Piras e Simon Press (già Contraste), era stato il luogo della mia ultima pantagruelica mangiata pre-Covid.

Un pranzo “di lavoro” finito in pieno pomeriggio inoltrato, tra assaggi (tutto il menù…), cazzeggio e chiacchiere con l’amico Andrea Zoggia, l’uomo di sala con lo stile più consono alle mie aspettative da cliente. Grande competenza sui vini e notevole sensibilità alle esigenze di chi è seduto. Se lo considerate un connubio così scontato siete fuori strada.

Simbolicamente aveva senso fosse di nuovo Exit il contesto della prima cena del post-Covid, per quanto siamo ancora tutti con la testa più vuota dello stomaco, le ansie da mascherina, gli algoritmi sulla distanza, la precarietà di un futuro sfuggente. Almeno il mio.

Forse per questo la mia cena è stata solitaria e meno godereccia, anche se le bombette di maiale e peperoni in salsa di pecorino (che vedete qui sopra) mi hanno decisamente risvegliato i sensi, già stimolati dagli antipasti e dai numerosi vini proposti da Andrea. Ricercati come sempre. Su tutti il golosissimo Borgogna Aligoté 2018 di Bzikot.

Exit pare aver accusato meno problematiche alla riapertura, avvantaggiato da una clientela fedele e ben disposta a godersi piatti e vini della proposta e dalla posizione felice (Piazza Erculea), dotata di un confortevole spazio esterno.

Sicuramente qui siamo dalle parti di una centrata cucina moderna (non necessariamente modernista però), nel concetto, negli accostamenti e nella sensibilità compositiva: un aggiornamento dell’idea di neobistrot, funzionale ai tempi e ai modi della milanesità.

Questo sempre se la cucina moderna rimarrà questa, dopo lo tsunami pandemico che ci ha sommersi. Non vedo però nessuna particolare incertezza sul futuro di un locale del genere, dove mangiare un ottimo piatto, provare un percorso o fermarsi a bere un bicchiere.

Impressioni terminate, chiariamoci subito al mio primo pezzo su un ristorante qui dentro: su questo blog sopra non troverete recensioni. Questo è il mio spazio, non quello dell’equidistanza critica. Parlo di quello che vedo e faccio, anche e soprattutto rispetto al mio lavoro nel mondo del vino, non mi interessa entrare in dispute o produrre giudizi su piatti, preparazioni o ricette. Se poi la mia osservazione parziale produce degli spunti ben vengano, ma non ho nessuna esigenza di completezza o sistematizzazione analitica del campo enogastronomico.

[Tutte le immagini, belle o brutte che siano, sono di Adriano Aiello]