Nonostante tutto, l’ennesimo caso Nick Kyrgios,sconfitto a Cincinnati da Karen Khachanov, dopo aver perso la testa per un warning, mi affascina come un congresso sul grado di ceratura ottimale del filo interdentale.
Però un paio di cose da dirle ci sarebbe, soprattutto per smarcarsi dalla manichea dicotomia che circonda l’australiano.
Ovviamente sono un tifoso della prima ora di Kyrgios, dico ovviamente perché chi sa come mi piace e cosa cerco nel tennis (creatività, talento, improvvisazione, istinto, sregolatezza) non avrà dubbi a collocarmi dalla sua parte in un campo da gioco.
Quello che mi irrita di Kyrgios immagino non piaccia a lui stesso e lo faccia riflettere in qualche raro (o frequente, chi lo sa) momento di autocoscienza, è l’essersi fatto cannibalizzare dal suo personaggio.
L’australiano ha trasformato le sue idiosincrasie in maniera: i tweener, le giocate divertenti ma senza senso, l’asciugamano in bocca e tutto il campionario collaterale alla sua iniziale semantica professionale lo sta trasformando in un cazzaro a comando, che viene sfruttato per compilation su YouTube o Facebook sui suoi crazy moment.
Kyrgios mi diverte e mi irrita allo stesso tempo, un po’ come un Fognini al cubo che ha perso del tutto la via della ragione e si fa intrappolare in un vicolo cieco. Così finiscono in secondo piano non solo i meriti e le vere abilità tecniche quanto i reali problemi che lo attanagliano.
Perché la questione centrale mi pare essere la sua incapacità di far fronte ai momenti di rabbia: non riuscire a mettersi dietro una situazione no nemmeno dopo un’esplosione fisica o verbale.
Esemplare in questo senso la scena (folle, quanto divertente, impossibile negarlo) preludio di tutto il decorso autodistruttivo della partita persa a Cincinnati. Prima di perdere totalmente il senno, Kyrgios chiede di andare in bagno, ma lo fa solo per distruggere due racchette. Un momento surreale che sintetizza la crisi psicologica di un ragazzo che pare da una parte dover rispettare un copione da bad boy e dall’altro prova vie sempre più estreme per autogestirsi.
Al ritorno dal toilet break, come avete letto ovunque, se seguite il tennis, l’australiano ha del tutto gettato la partita in una serie di comportamenti scellerati, fino agli insulti e allo sputo, finendo anche per beccarsi una multa di 113.000 dollari a cui seguirà molto probabilmente una squalifica dell’Atp.
L’elenco delle sanzioni fa quasi impressione:
Abuso di palla (Warning)
Condotta antisportiva (Point Penalty) – $20.000
Uscita dal campo – $3.000
Oscenità udibile – $5.000
Condotta antisportiva – $5.000
Condotta antisportiva – $20.000
Abuso verbale – $20.000
Condotta antisportiva – $20.000
Condotta antisportiva – $20.000
Mancano solo le molestie agli anziani, all’asciugamano, alla bandiera nazionale, alle zanzare e al senso comune del pudore.
Le responsabilità dell’arbitro Fergus Murphy
Al netto della follia di Nick e di tutte le reprimende collettive sempre al limite del pedante, una questione puramente umana rimane aperta e non è quella di Kyrgios, ma di chi è chiamato a esercitare il controllo sulle situazioni che lo circondano.
Quando qualunque uomo sceglie la grigia e rigida burocrazia normativa al pensiero e alla percezione del momento, non può che finire nel peggior dei modi. E l’arbitro Murphy, smanioso di protagonismo e di pedagogismo da quattro soldi, ha delle responsabilità importanti sull’accaduto.
Era davvero necessario chiamare la violazione del tempo massimo prima di servire in un momento del genere della partita, dopo uno scambio lunghissimo?
Chiunque conosca bene le nuove regole sa quanta discrezionalità abbia l’arbitro in questo conteggio perché è lui che decide quando farlo partire e non sempre è nell’esatto istante in cui si è concluso lo scambio precedente.
Murphy il fiscale non avrebbe potuto far riprendere fiato ai due una manciata di secondi e far partire il cronometro come si fa in tutte le grandi sfide di cartello?
Perché alla luce di tutto, nonostante la sua manifesta scempiaggine, l’ultima affermazione intelligente sentitasi su quel campo da gioco paradossalmente è stata proprio Kyrgios.
E recitava: “perché io non posso giocare lo stesso sport che gioca Nadal?”