Top 100 Italia addio: la mattanza a Firenze è un duro colpo

Top 100 Italia addio: la mattanza a Firenze è un duro colpo

Anche il challenger di Firenze, di cui ho anche visto qualche partita dal vivo, si sta dimostrando il cimitero agonistico del tennis italiano. Che numericamente invade i tabelloni molto più di un tempo, per poi fermarsi troppo spesso ai primi turni.

Non va sempre così naturalmente, anzi, domenica scorsa a Biella la finale è stata tra Lorenzi e Mager, entrambi vincitori in due semifinali da sfavoriti (rispettivamente contro Munar e Davidovich Fokina), quasi a deridere il mio primo tentativo di tematizzare una certa crisi.

Crisi, d’altronde, è una parola vacua, usata sempre a sproposito anche dal sottoscritto (sono campione di parole usate a sproposito, mi diverto così), però è un concetto che arriva dritto e rapidamente.

In un momento in cui il tennis italiano maschile esprime valori importanti nelle parti nobili della classifica e schiera una serie di giovani promettenti nei tornei minori (Nardi, Gigante, Darderi, Cobolli, tanti altri ) mi sembra che arranchi pesantemente nel suo bacino d’utenza più rilevane dell’ultimo decennio abbondante: la fascia 120/350 in classifica. Dove si fa sempre più fatica a divellere.

Ai ragazzi citati vanno aggiunti Sinner – che il salto l’ha già fatto e si può permettere di perdere qualche partita come sta facendo -, Zeppieri e Musetti, che forse sarebbe il caso ricominciassero a sporcarsi mani e stringe nei campi Itf, dopo mesi di wild card ai troppi challenger italiani.

Ecco, siamo al punto: non dico nulla di nuovo, ma l’enorme vantaggio per gli italiani di avere decine di challenger a disposizione per tutto il periodo estivo, ma anche prima e dopo i mesi caldi, non sta dando i risultati sperati. E Biella o no (che ha regalato il best ranking a Mager), quest’estate italiana mi sembra avara di risultati rilevanti e notti magiche.

A Firenze gareggiavano Quinzi, Giannessi, Moroni, Caruso, Napolitano, Pellegrino, Gaio, Giustino, Balzerani, Musetti, Lorenzi, Zeppieri, Baldi, Arnaboldi, Dalla Valle (che ha comunque fatto un ottimo torneo) e Brancaccio. L’unico giocatore arrivato ai quarti è stato proprio Brancaccio, giuntoci anche con una rimonta notevole contro Taberner , ma oggi trova nonno Kohlschreiber che si è iscritto al torneo con il solo intento di ostacolare il movimento.

Uno su sedici, converrete essere statisticamente un risultato che parla da solo.

Alcuni elementi in comune di questa massa indefinita di giocatori spesso eternamente in rampa di lancio per un posto al sole nei primi 100 sono:

  • Un’ottima impronta tecnica, tipica della scuola italiana
  • Il terrocentrismo: altro carattere distintivo italiano, che tende alla coercizione proprio per la presenza di 7855 tornei sul rosso in 5 mesi
  • Incostanza e difficoltà a concretizzare crescita e sforzi fatti

Quest’ultimo punto sembrava appartenere sempre più al passato soprattutto fino allo scorso inverno che ha portato al culmine un anno di risultati rilevanti.

Ora però è stagnazione acre ed evidente, tanto che vedo difficile anche un nuovo italiano nei 100 entro fine anno. Approfondiamo un attimo.

Chi sarà il prossimo italiano nei 100?

Caruso, dopo l’ottimo Roland Garros sembrava a uno starnuto dai 100, poi ha cominciato a claudicare come un Zopp qualsiasi. Ora è 110 e il serbatorio segna riserva.

Trisavolo Lorenzi è 114, potrebbe anche rientrare, ma da quest’uomo cosa vogliamo ancora?

Gianluca Mager dopo la vittoria a Biella potrebbe anche farcela, ma dove li va a prendere i punti necessari per scalare 17 posizione da qui a fino a fine anno? Come incentivo gli regaliamo la copertina.

Jannick Sinner è 124: ieri ha perso una partita che sembrava ripresa contro Bedene, ma ci sta come sconfitta. La sua situazione l’abbiamo già provata a descrivere, non ha nulla da difendere e forse è il più papabile, ma appare un po’ spremuto. Peccatore nei 100 al primo anno pro sarebbe comunque torcida crassa e indefessa.

Lorenzo Giustino è 141 e Federico Gaio 153 sono fuori dai giochi: se uno dei due riesce nell’impresa mi mangio una nutria e mi tocca fare scrivere a Garlando il solito post sensazionalista.

Sorprende Baldi, al 157, nonostante un’annata sommamente molto negativa: i mezzi ci sono, la costanza proprio no. Vediamo nel 2020.

Al di là della chimera della top 100 stagnano anche Giannessi, Marcora, Napolitano e Moroni che non danno segni di grandi miglioramenti. Li ha dati ultimamente Viola che comunque la soglia dei 200 non vedo come possa superarla.

Ah però c’è Quinzi, vero. Pronto a redimere, ma è 356 al mondo…