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Il martedì nero del movimento tennistico italiano

Francamente ieri, 17 settembre, il movimento è stato divelto in modo così cogente e brutale da rendere lo spettacolo adatto per un pubblico davvero ristretto. Sembrava di essere nei panni degli arabi mentre giungeva Carlo Martello a Poitiers.

Intorno alle 19.00 alcuni nostri inviati sotto traccia ci hanno anche riferito che il notiziario nazionale della BBC avrebbe dovuto dedicare l’apertura a questa orribile mattanza subita, con tanto di bollino “contiene immagini forti”.

Fortunatamente i Servizi segreti italiani si sono attivati per impedire l’uscita del servizio. Per tutta la notte però su numerose pagine Facebook girava un documentario sprezzante dedicato alla famiglia Arnaboldi dal titolo Parenti perdenti (cit.).

Andiamo con ordine:

Innanzitutto, abbiamo assistito al primo 6/1 6/1 che nonno Carlos Berlocq abbia mai inflitto ad anima tennistica in tutta la carriera. Per garantire l’impresa c’è voluto un mio pupillo, Riccardo Bonadio, in versione arista al forno, ridotto in poltiglia di fronte al pubblico amico (non lo sarà più) di Biella.

Segnalo che Berlocq nel palleggio attualmente è meno temibile di Gulbis all’alba dopo un festino porno e concede palle break anche a sua zia di 73 anni. Persino io sono arrivato a tre game contro di lui, quando era nei 100.

Prevedibile la sconfitta di Ocleppo con Jaziri a Glasgow; ancora di più quella di Matteo Viola, a San Pietroburgo, contro Donskoy.

Probabilmente Viola con conosce la legge del lucky loser e si è dimenticata di invocarla. Risultato: 6/2 6/1 di peccatoriale memoria. Anzi con Sinner fece solo un game, Viola non trova agio nel rifiutare il divellamento, mi pare chiaro.

Dramma indicibile per il mai nato Quinzi che è riuscito a perdere persino da Oscar Jose Gutierrez, 395 al mondo. Non ha solo perso, è stato piuttosto umiliato: nel primo set il brasiliano sembrava Alessandro Newskij nella battaglia del lago ghiacciato. Poi Quinzi rimonta, va avanti un break nel terzo. E la perde! Sì, la perde.

L’ha persa malissimo anche Lorenzo Giustino a Biella (lì il martirio è stato sinceramente inaudito), probabilmente perché pensava che Andrea Collarini fosse italiano. Sconfitta anche per Federico Arnaboldi, contro Eriksson.

Tra le poche vittorie è emersa la beffa nazionalista visto che i derby ieri avevano la frequenza una marchetta a Alan Friedman (ah, ha scritto un nuovo libro, non vedo l’ora di non leggerlo).

Questo perché è giusto ricordare come il movimento possa essere schernito, ma mai abbattuto quantitativamente, quindi: trisavolo Lorenzi si è abbattuto su Andrea Arnaboldi.

Qualcuno comunque ha divelto, anche con relativo agio. Sonego per dire ha frantumato una sua vittima storica, Otte; Mager ha vendicato Arnaldi della stesa subita da Roca Batalla; Roberto Marcora sul cemento a Glasgow ha battuto, in 2, Luke Johnson. E Brancaccio ha sconfitto il brasiliano Romboli.

Lascerei perdere gli italiani impegnati nei tornei Itf, altrimenti stiamo qui fino alla prossima scissione del Pd, però mi rende gaio (non il tennista) segnalare che Luciano Darderi, classe 2002, vive ed educa. Ieri prima vittoria pro in carriera, contro pronostico e in rimonta contro Martin. Vi è pertanto lode.