Marco Mencaglia è responsabile del settore agonistico Olgiata di Roma, uno tra i più importanti tennis club della capitale.
Parliamo di un uomo di tennis di esperienza, che ne ha viste tante, ma non aveva ancora visto una pandemia come il Covid che ci obbliga tutti a stare alla finestra e attendere gli eventi.
Come hai scoperto il tennis?
I miei nonni avevano una casa sul mare a Terracina. La parte interna dava su due campi da tennis e io dal terrazzo guardavo per ore chiunque giocasse, come se ne fossi stregato.
Quando hai capito che ne avresti potuto fare un lavoro?
Il passaggio dalla pratica agonistica a quella professionale risale al periodo in cui giocavo a livello B1 (nel vecchio sistema era la categoria più prossima alla A, ndr). Iniziai a collaborare con il mio circolo di allora e capii che ne avrei fatto la mia professione.
Di cosa ti occupi nello specifico?
Di tennis giovanile. Negli ultimi due lavori ho creato un piccolo team con gli under 10 fino agli junior ( ho i miei figli che girano parecchio). Il guadagno è minimo, ma è un percorso stimolante. Spero rappresenti un un investimento per il futuro e mi permetta di portare avanti la mia idea di percorso giovanile.
Del recente caso di Djokovic positivo al Covid e della vicenda del torneo che ha organizzato cosa ne pensi?
Sul Covid non mi pronuncio perché ancora non ho capito se l’umanità è a rischio oppure se è un enorme bufala… Di certo c’è troppa superficialità da parte dei giocatori.
Cosa ti aspetti alla ripresa dei tornei il 14 agosto?
Intanto finché non li vedo in campo non sarò sicuro che si riprenderà. Tutti partiranno alla pari, vale per i professionisti come per noi per le le gare a squadre e gli open. Stessa cosa per il circuito junior itf che dovrebbe ripartire dal 3 agosto.