Mi si nota più se mi allineo ai 8766 articoli celebrativi su Jannik Sinner di oggi o se me ne sto in disparte attendendo che mi venite a chiedere: “Adriano, come stai, sei contento per il primo torneo Atp del tuo pupillo?”.
No, non è una questione di posa morettiana o no. Al di fuori della citazione, i folli deliri della pagina Facebook stanno inevitabilmente cannibalizzando questo spazio, anche a livello di spinta creativa.
Ieri Sinner ha vinto alla Sinner. Con l’usuale arroganza tecnica prima, con un’improvvisa titubanza, non inusuale, poi, che sembra spaesamento improvviso più che paura. Infine corteggiando, al solito, l’epica, rischiando di perderla, perché chi lo segue dalla prima ora sa che è quello il modo con cui siamo abituati a vederlo vincere.
Ma ora basta cronaca, profili, record, discorsi sulla Rai, le prime pagine, la testa da campione: ho citato Facebook e da lì riparto con una compilation di follie personali e del gruppo di amici malati che le sparano grosse su Sinner da due anni.





Potrei andare avanti per ore, mettendo definitivamente a repentaglio la mia autostima. Fermiamoci qui. In bocca a lupo Jannik. Predestinato lo eri, ora sei anche definitivamente eminente.