Dopo aver strapazzato 6/3 6/2 Tak-Khunn Wang, Lorenzo Giustino infligge lo stesso risultato a Vaclav Safranek, a casa sua, ed entra nei quarti del torneo Challenger di Praga.
Finita la cronaca è tempo di metterla sul personale.
Seguo con simpatia le vicende di Lorenzo Giustino, per una serie di motivi che io stesso fatico a comprendere.
1) Motivo esistenziale: Giustino è il nome del padrone di Leone Cane Fifone. Egli è un vecchio altamente scorbutico che tenta di ostacolare in tutti i modi il povero Leone, lo tratta malissimo, riesce sempre a spaventarlo con grottesche maschere e lo chiama continuamente ‘stupido cane’.
E già questa sarebbe una spiegazione più che sufficiente, ma se non basta…
2) Motivo catartico: Giustino (il tennista) è l’unico top300 italiano del quale non ho ricordato il luogo di nascita, in un improvvisato Rischiatutto fattomi a bruciapelo da mio figlio nelle pause di Travaglia-Fabbiano in quel di Umago. Quel mancato ‘Napoli’ resterà un’onta incancellabile in tutta la mia esistenza futura.
3) Motivo movimentista: Giustino, timido e modesto, ha una particolare caratteristica, emerge e produce risultati (che lo hanno portato a ridosso dei top100 nella Race) soprattutto nelle settimane più avare di successi nei challenger per gli italiani.
È, per così dire, la scialuppa di salvataggio a cui aggrapparsi in caso di naufragio. E anche in questa settimana la tradizione si conferma, quarti a Praga in mezzo al quasi nulla challengeristico italico.
4) motivo di Aiello: si chiama Lorenzo come quasi tutti i giocatori italiani.
[foto credito: TennisCircus.it]