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Programma e spunti sulle qualificazioni agli Us Open

New York, Flushing Meadows Park: caldo e rimbalzismo. Dal 26 agosto all’8 settembre andranno in scena gli Us Open. Prima di vedere robot Djokovic divellere chiunque lo incroci, anche nei bagni, ci sarebbero le qualificazioni, in programma dal 19 al 22 agosto.

Ammettiamolo, per quanto noi possiamo preferire

  • le vicende umane e sportive del violento Facundo Mena
  • i virgolettati di TennisWorld sulla frequenza urinatoria di Federer e riguardo le sue opinioni sull’allevamento di salmoni
  • la grassa arroganza del movimento
  • la crescita esponenziale di Dalla Valle
  • il rovescio a una mano di Bonadio
  • i saliscendi vertiginosi della Wta
  • le scommesse a 12 di quota se vengono attivate le leggi (baratro, 6/0, lucky loser o Tommasi)
  • le indicazioni ai raccattapalle nei challenger

    … in effetti si stanno per avvicinare gli Us Open.

L’equilibrio tra tennis minore e l’esibizione di crassa opulenza mainstream rappresentata dallo slam americano trova però una sintesi sublime nelle qualificazioni, una sorta di challenger al quadrato che può produrre gloria, patriottismi saturi o visioni esecrabili.

Cinque i giorni per completare i tre turni, con tanto di copertura televisiva, dopo anni di arbitrario oscuramento (cit.).

La truppa italiana

Il movimento segna continui record di tracotanza quantitativa. Dodici i giocatori presenti in tabellone. Ovvero, in ordine di classifica:
Stefano Travaglia, Salvatore Caruso, Paolo Lorenzi, Lorenzo Giustino, Gianluca Mager, Filippo Baldi, Alessandro Giannessi, Federico Gaio, Stefano Napolitano, Roberto Marcora, Jannik Sinner e Andrea Arnaboldi.

Al Peccatore Eurosport dedica addirittura la copertina della sua proposta streaming.

Per quanto riguarda Travaglia, un pugno di ritiri potrebbero regalargli il tabellone principale invece che la solita testa di serie numero 1 nelle quali. Staremo a vedere, in ogni caso è tra i favoriti, ma ricordiamo che la vita è immane dolore e profonda sottrazione.

Molte meno le giocatrici che aspirano a redimere: Jasmine Paolini, Giulia Gatto-Monticone, Martina Trevisan e Martina Di Giuseppe.
La Paolini mi pare la più in forma delle quattro, ma anche la meno a suo agio sul cemento. Non riesco a immaginarne più di una nel tabellone. Spero di sbagliare.

Difficile comunque fare pronostici prima dei sorteggi, ma in termini teorici, guardando alle attitudini e allo stato di forma ed esludendo eventuali derby i più papabili, oltre a Travaglia sono:

Jannick Sinner: al di là della mia fissa personale, Peccatore è tra i più attrezzati ad andare avanti per testa, tennis e attitudine verso la superficie. Il livello medio delle quali sarà molto livellato e i suoi cambi di ritmo potrebbero fare la differenza.

La forma dell’altoatesino però non mi sembra ai massimi. Ha vinto sì un challenger, ma paradossalmente senza impressionare particolarmente, ed è uscito prematuramente agli altri due tornei giocati su questi campi.

I terraioli Giannessi, Baldi e Arnaboldi mi sembrano davvero chiusi anche se Arna entrò a sorpresa nel tabellone di Wimbledon; Lorenzi continua a pedalare nei challenger italiani e lo vedo a corto di fiato; Mager e Napolitano sono un’incognita; Marcora apprezza la superfice ma non ha la forma di inizio anno.

Gaio è in uno dei suoi momenti migliori e può giocare bene sul cemento, ma sarei sorpreso andasse molto avanti. Più aspettative per Caruso e Giustino che sa occasionalmente divellere sul duro.

Gli altri favoriti per l’ingresso in tabellone

La concorrenza antimovimentista è ricca e rabbiosa, ma per fortuna ampiamente frequentata da terrocentrici meno temibili sul cemento americano. I pericoli maggiori arrivano da:

Hyeon Chung: il supernerd coreano cieco è chiaramente il giocatore da non incontrare nelle qualificazioni. Se non le passa mi mangio un facocero.

Tommy Paul: l’americano non sarà testa di serie, ma mi pare il più pericoloso in assoluto dopo il coreano. Sta giocando bene, ama la superficie, è in casa. Vi servono altri motivi? Ha un nome retorico. Avrei detto lo stesso di Mmoh (sulle caratteristiche, non sul nome), ma è sotto un treno da mesi che manco i Red Hot Chili Peppers.

Kamil Majchrzak: il polacco, eversore di Peccatore nella finale di Ostrava, è entrato nei 100, ha un gioco propositivo e può far male. Meglio non incontrarlo.

Denis Istomin: l’eterno rivale di Andreas Seppi arranca nella medietà più rivoltante, ma sul cemento può sempre svegliarsi e mettere in fila qualche buona prestazione, magari con l’aspettativa di incontrare Andrea al primo turno e perderci in 5 set.

Occhio anche a Lacko, Kruger e al terzetto tedesco Maden, Gojowczyk, Koepfer, chi più o meno in palla, ma meglio starne alla larga.

Meno pericolosi ma evitabili Donskoy (che è umorale forte), Bolt, Soeda e Robredo, che per un motivo o l’altro sa sempre divellere le parti anatomiche.