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Sorteggi Us Open: favoriti e outsider

Mentre noi drogati di tennis minore seguivamo il secondo turno di qualificazione e corteggiavamo l’infarto seguendo Sinner sul livescore, è stato sorteggiato il tabellone degli Us Open, in programma da lunedì 26 agosto a domenica 7 settembre.

Personalmente è sempre stato lo slam che ho seguito meno, per anni perché corrispondeva con il Festival del cinema di Venezia, un po’ anche per gli orari e gli impegni serali, ma anche perché quando penso a incontri mitici non mi viene mai in mente Flushing Meadows.

Non ci sono grandi temi e spunti sensazionali dai sorteggi, con esclusione del primo turno tra Serena Williams e Marija Šarapova, che ha dato già adito a letture dietrologiche, magari anche corrette, sul mettere sin dall’inizio un po’ di sale al torneo femminile, avaro di rivalità forti.


Da vedere comunque il derby canadese tra Felix Auger Aliassime e Denis Shapovalov (ancora impegnato a Salem), come anche lo scontro tra Tsitsipas e Rublev.
Il resto va a gusto e so che anche voi avete lo stomaco forte.

Per quanto riguarda il movimento, la mattanza del sorteggio è stata così inaudita che si esprimerà Massimo Garlando su un post ad hoc, una sorta di acre necrologio a qualificazioni terminate.

Segnalo solo che tra Fognini (contro Opelka), Berrettini (contro Gasquet), Seppi (contro Dimitrov) e Fabbiano (contro Thiem) il premio sfiga non so a chi possa andare. Meglio Sonego che parte favorito contro inapprezzabilità Granollers.

A proposito di qualificazioni e di movimento: oggi ultimo turno. Sinner pare avere problemi alla schiena, Lorenzi becca Vasely e anche Mattarella non si sente tanto bene.

Tabellone maschile: i soliti favoriti?

La risposta è ovviamene sì, ma con delle corroboranti riserve. Dei quattro slam, quello americano vede l’immortale trio un minimo a corto di fiato e qualche volta il dominio è stato interrotto, benché i supplenti (Medvedev in testa) non facciano gridare alla voglia di rivoluzione.

Il divin felpato potrebbe essere ancora sotto il treno psicologico della finale di Wimbledon e con Rublev, a Cincinnati, ha perso male, ma ha tutto il tempo di entrare in forma visto la gente che incontra.

Parliamo di comparse grigie. I maggiori concorrenti andando avanti sarebbero Goffin e Nishikori, gente che Federer sa divellere con un agio quasi eccessivo.

Ecco, se c’è una cosa che svilisce il tennis maschile è il fatto che i peggiori Nadal, Djokovic e Federer, arrivano comunque almeno in semifinale. Vediamo se uno dei tre si ferma prima quest’anno.

Mutanda teoricamente lo metto molto dietro Robot, ma zio Toni ha già iniziato la pratica scaramantica dal muro del pianto. E il chiagnifottismo di casa Nadal è qualcosa di disumano. Ogni volta che attaccano coi lamenti il divellamento è certo. Cincinnati vi dice qualcosa?

Le massime insidie nel corso del torneo dovrebbero arrivare da Verdasco, Isner,Khachanov e Zverev. Vabbè…

Djokovic teoricamente potrebbe vincere il torneo giocando su un piede, con l’orchite e servendo con la sinistra, solo spaventando i suoi avversari, però pare avere problemi al gomito… E comunque dalla sua parte ha gente che un po’ lo può infastidire, Querrey lo sveglio al secondo turno e soprattutto Wawrinka al terzo.

Un cedimento è insomma possibile, però giocatevi già la vittoria in Australia, dove è autenticamente cannibale.

Le quote comunque lo danno a 2.1, davanti Nadal (a 5, buona giocata), Federer a 6.75, poi l’abisso. Fa sorridere leggere Kyrgios a 33, se non fosse matto sarebbe una bella scommessa. Cilic sesto favorito non pare aver alcun senso, ma qui ha vinto il suo unico slam.

Tabellone femminile: la teoria del caos


I bookmaker sono già sotto acido, come gli organizzatori di palinsesti. Ovunque sguardi nel vuoto: la nozione stessa di favoriti vs outsider perde qualunque significato di fronte a questa edizione. Questo perché la Wta è una giostra senza regole di vertice e indovinare le finaliste equivale a vincere un master in lettura dei fondi di caffè.

D’altronde tutto possiamo togliere al tennis femminile tranne l’imprevedibilità. L’unica sicurezza è che se la Williams va in finale e la perde miliardi di gonadi verranno fratturate all’unisono. Quindi speriamo perda prima o vinca il torneo con crassa superiorità.

In ogni caso è considerata la favorita. Io punterei l’attenzione da altre parti però.

Il terzetto subito dopo è ovviamente Halep, Osaka e Barty, anche se l’australiana è considerata meno favorita della Stephens, che qui ha vinto, però di confermarsi in altri tornei non sente il desiderio.

Tabelloni a parte (che non sto manco tanto ad analizzare, tanto può succedere davvero di tutto), Osaka e Barty sulla carta sarebbero le mie favorite, ma entrambi non sono affatto in forma. Tra le due però Barty viene data a 11, per chi volesse provare una scommessa è una bella quota. Parliamo sempre della giocatrice con il braccio più educato del circuito.

Altrimenti volgete lo sguardo altrove: ci sono almeno 15 giocatrici che possono vincere il torneo e non è satira.

Kvitova e Keys le vogliamo considerare outsider? E la Andreescu! Tacendo di Kerber e Pliskova. Occhio anche allo stato di forma della Giorgi, siamo alla previsione estrema, me ne rendo conto, tanto che manco è quotata.

Seguono Muguruza, Svitolina e volendo anche Bertens e Konta, più una schiera di gente che uno slam lo avrebbe pure vinto, tipo Ostapenko e Azarenka.

Poi c’è la più eccitante (per i media), delle mine vaganti, la ragazzina Cori Gauff che sarebbe salutata come il volto nuovo, in un tripudio di mondialismo griffato Nike.