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Tennis Law: La legge del 6/0

Abbiamo già parlato della legge del lucky loser, è tempo di parlare della legge del 6/0 e di come divellere con agio inusitato possa avere controindicazioni.

Oggi c’era la finale S-Hertogenbosch tra Kiki “muscolarità” Bertens e Alison “panda estinto” Riske, scontro che ha prodotto addirittura 3 leggi al costo di una.

Pronostico chiuso per la seconda: due cilindrate diverse troppo diverse, seppur la Riske è erbivora educata e 27 volte più portata a scendere a rete di qualsiasi altra collega.

Usualmente ama attaccare il rovescio avversario con l’inside out di dritto, più piazzato che veramente ficcante, senza nemmeno disporre esattamente dei colpi di volo di Edberg.

Infatti, pronti via e giù di redenzione stordente e severa. Brutalissima l’olandese, vince il primo nel tempo di uno sbadiglio: la sicumera è così elevata che dimentica perfino le legge del 6/0, l’unica assicurazione che ha una tennista violentemente inferiore di recuperare un match apparentemente perso.

Bertens però è così sadica da andare 4 a 1 al secondo. Poi qualcosa accade, la mutevolezza WTA insieme alla legge fanno sentire il loro peso, la Riske ritorna faticosamente in partita fino al 4/4, poi sul 4/5 sbaglia un paio di colpi da ricovero coatto e la Bertens si issa a match point.

Manca il primo, poi il secondo, poi il terzo: si ca 5/5. Tiene il servizio senza patemi e sul successivo turno di battuta di Riske manca il quarto e il quinto match point. Ecco sommare alla legge del 6/0, la legge dei match point: si arriva al tie break, ma tutti sappiamo che per la Bertens è finita.

Non pago il dio del tennis le propone la terza legge: interruzione per pioggia prima del termine del secondo set. In quel momento intere orde di lupodatici attivano account o escono in ciabatte per andare al corner snai per giocare milza e ipotalamo sulla vittoria della Riske.

Che naturalmente arriva al terzo per 7/5 in un tripudio di irrazionalità sportiva.