Us Open, day 2, primo turno: la vendetta del movimento è servita. Berrettini domina Gasquet, Sonego divelle Granollers, ma la copertina spetta di diritto a Thomas Fabbiano, ancora una volta capace di un’impresa al primo turno di uno slam.
Premessa: io di scommesse non capisco niente. O, meglio, la mia specialità è quella di arricchire i bookmaker con lenzuolini che saltano per una sconfitta impronosticabile di un favorito (di solito una favorita che, sempre di solito, smette di giocare nel terzo set perché scorge tra il pubblico una tizia con la sua stessa acconciatura).
Quindi, presentando le partite degli italiani d’America con tanto di quote, ero pronto all’inevitabile martirio. Non mi aspettavo però che a tradirmi fosse la partita di Fabbiano, quella oggettivamente più chiusa, tant’è che gli allibratori (non del tutto abituati a regalare soldi) proponevano una vittoria di Thomas con Thiem a 7.14, quota addirittura salita a 8.50 nell’immediata viglia del match.
Mi ero anzi lamentato doppiamente, per l’oggettiva sfortuna di Fabbiano nei sorteggi degli ultimi tre Slam (Cilic a Parigi, Tsitsipas a Wimbledon, Thiem a New York) e per la capacità delle teste di serie italiane di beccare al primo turno due tra le più pericolose mine vaganti fuori dai 32, Gasquet e Opelka.
E invece la vera mina vagante in un esordio Slam sta diventando proprio Thomas. Lasciando perdere la netta sconfitta con Cilic (il croato, a questo punto, ringrazierà la sua illustre compaesana per averlo beccato sulla superficie nettamente meno gradita, la terra rossa), avevamo già celebrato la clamorosa vittoria londinese contro il greco, crollato miseramente al quinto, quando l’inerzia e le occasioni mancate lasciavano immaginare il contrario.
Quella è stata la prima vittoria assoluta contro un top 10. Ieri Thomas è stato in grado di ripetersi, in maniera ancora più netta, questa volta contro un top 5, Dominic Thiem, forse non al 100% per qualche problema fisico e per una programmazione estiva incentrata più sulla vittoria del torneo di casa a Kitzbuhel che sulla preparazione del cemento americano, ma capace l’anno scorso di trascinare Nadal al tiebreak del quinto set nei quarti di finale.
Il quarto set, con Fabbiano assoluto padrone del campo e l’austriaco incapace di comandare lo scambio e prodigo di gratuiti di rovescio francamente imbarazzanti, ha rappresentato la ciliegina sulla torta di un pomeriggio strepitoso per il tennis azzurro. Il modo migliore per cancellare le scorie del lunedì nero e guardare con rinnovato ottimismo verso il prosieguo del torneo.
Dove possono arrivare gli italiani a New York?
A questo punto, con la complicità di qualche risultato contro pronostico, le prospettive diventano piuttosto interessanti: i nostri tre alfieri partono tutti favoriti negli incontri di secondo turno di domani.
Fabbiano aspetta Bublik, reduce dalla maratona con Giraldo; Sonego trova Andujar che, con un’altra battaglia al quinto, gli ha evitato il ben più pericoloso Edmund. I due potrebbero quindi incontrarsi al terzo turno, per un posto negli ottavi difficilmente pronosticabile al momento della stesura del tabellone.
Piedi di piombo, ovvio, ma è un fatto che Thomas si stia ritagliando una discreta fama di uomo Slam (già tre terzi turni in carriera, in tre tornei differenti, non va dimenticato).
Berrettini, che non ho potuto seguire, ha disposto in maniera piuttosto semplice di Gasquet, reduce dalle semifinali di Cincinnati. La sorprendente e sempre gradita sconfitta di Bautista (capace oltretutto, insieme a quella ben più importante di Khachanov, di rinvigorire qualche tiepida speranza di top10 a fine anno per Fognini) apre interessantissimi scenari per l’immediato futuro, a patto di non fare scherzi con Baffo dei Village People, Thompson.
Un quarto turno con Rublev o Kyrgios vi farebbe schifo? A me no ma anche qui, ovviamente, un passo alla volta.
La giornata trionfale per l’italtennis avrebbe potuto acquisire le fattezze della leggenda nella notte, se Cecchinato avesse portato a termine l’ampiamente prevedibile (in un senso o nell’altro) epica rimonta contro Laaksonen. Purtroppo Marco, sotto due set a zero, è riuscito a trascinare l’improponibile svizzero al tiebreak del quinto, ma ha finito per perderlo.
Completando così un devastante filotto di tre sconfitte al quinto set su quattro primi turni Slam del 2019 (a Melbourne e a Parigi era due set avanti lui), che temo costituisca la mazzata psicologica definitiva sulle sue ambizioni a medio termine.
Oggi giornata italica molto più tranquilla, con il solo Lorenzi ampiamente sfavorito contro il rampante Kecmanovic.
Dal mio ultimo giorno di ferie (piovoso) dell’estate 2019 è tutto, linea allo studio.
[foto credito: Beinsports.com]