Torino Film Festival 2020: The Dark and the Wicked

Torino Film Festival 2020: The Dark and the Wicked

Visioni domestiche pandemiche, ovvero il cinema on demand, su Mymovies, durante l’infinita parentesi del Covid. Non ci lamentiamo vai, meglio di niente, anche se per me il Torino Film Festival è anche e soprattutto un mood fatto di incontri, consuetudini, camminate cittadine, cene con amici e proiezioni a raffica. In sala.

The Dark and the Wicked è il nuovo horror di Bryan Bertino (quello di The Strangers e sequel e di The Monster) e non poteva che finire nelle schizofreniche Stanze di Rol, più che una sezione il luna park cinefilo, a immagine somiglianza, dell’amico Pier Maria Bocchi, che con Torino ha una storia lunghissima, proseguita anche sotto la nuova direzione di Stefano Francia di Celle.

Un horror scheletrico, dall’impianto essenziale e dall’andamento dilatato, fatto di campi, controcampi e rimandi sinistri, che mette davvero paura e affoga nella disperazione di una famiglia disgregata e portata all’autodistruzione. E di un Texas senza tempo, dove ti aspetti sempre di vedere Leatherface fare capolino con la sua motosega.

Soprattutto The Dark and the Wicked viaggia su binari ormai inusuali: si sottrae alle scorciatoie e alle regole fragorose della nuova paura, riaffermando, con una semplice storia di dolore e malattia, la necessità di riappropriarsi degli stilemi più istintuali e profondi del genere. Prendendone a pretesto il più ancestrale dei temi: il demonio. Nella sua presenza fisica e nel suo rimando interiore.

Probabilmente gli intenti (o i risultati) teorici sono persino più interessanti del film stesso, a cui manca un balzo fuori da un nichilismo probabilmente anche un po’ facile, ma avercene di horror capaci di rimanerti addosso con tanta forza.