No, il grido non è quello della Coppa Davis, in questa versione esangue ed esecrabile, anche perché in quel caso sarebbe un grido di dolore, con Berrettini e Fognini rispettivamente redenti da Shapovalov e Pospisil.
Dopo gli usuali divellamenti sinneriani a Ortisei, l’ultimo grido annuale di fame agonistica, orgoglio, virtù e presenza morale del movimento arriva dal Portogallo, dove uno scherzo del calendario ci ripropone un challenger su terra battuta, con presenza italiana francamente dominante.
Impossibile resistere al nostro mood emozionale primordiale: il tennis italiano è stato troppo a lungo fondato sulla presenza in questi tornei e tacerne sarebbe atto vile e punibile penalmente.
La copertina va ad Andrea Vavassori, non tanto per meriti (pochini ultimamente anche sul veloce americano), ma per stoicismo, con il nostro ex panda del serve and volley (Andrea va sempre meno a rete, fateci caso) che si fa mezzo mondo in aereo per giocare le quali a Maia, dove batte anche faticosamente lo scrittore Coelho. Oggi lo attende Durasovic.
Ma oggi il movimento aspira a divellere incessantemente con una presenza così capillare da far cambiare il nome del torneo in Seminternazionali d’Italia. Peccato solo per Brancaccio, sconfitto ieri da Javier Marti, ma c’è speranza che Sinner si paracaduti sul torneo per puro dileggio e prenda a pallate qualcuno a caso.
Impossibile non partire dal derby tra Marcora e Arnaboldi, anche se il match più interessante è quello tra Mager e Kolar. Moroni invece si becca Martin, testa di serie numero 1 e usuale carie antimovimentista.
Dall’altra parte del tabellone, al numero 2 la versione più triste possibile di Fabbiano, passato dai fasti slam all’annichilimento tonitruante e incontrovertibile, culminato con la recente sconfitta con il semipro Virtanen, persino sul veloce.
Scontato il suo bye, potrebbe giù buscarle da Masur se si sbarazza di Mukund, ma sarebbe bello vederlo in terzo turno contro Neuchrist, portatore di nuovi valori ecumenici.
Altro bye italico per trisavolo Lorenzi che al solito sublimerà l’avversario (l’elettrotecnico Rodionov) in modo metafisico: che sia un top ten o il 1677 lui ci va al terzo tra drittoni, telonate e grida di sofferenza.
Gli auguro comunque più tennis in campo e meno ospitate televisive con sguardo vitreo, che i collegamenti per le Atp Finals hanno raggelato il giusto.
Bye anche per Baldi che visto il tabellone potrebbe far bene. Anzi male, considerando che vince solo quando è sfavorito. Ornago invece deve ancora giocare il primo turno contro Lestienne.
Bonadio c’è, vive e prova a educare con il suo rovescio stilosissimo. Ieri ha redento il neopresenzialista Gabašvili e oggi trova Milojevic.