Overdose di tennis ieri per recuperare il mercoledì di pioggia agli Us Open: completato il secondo turno, continuano le sorprese, le partite al quinto, i saliscendi emotivi del movimento e i mezzi infortuni.
Incredibile Paolo Lorenzi: ancora in 5 set su Kecmanovic, in un match dall’andamento bizzarro e dal risultato impronosticabile. Puro proletariato agonista da film di Virzì.
Molto bene Matteo Berrettini: in quattro set di autorità su Thompson. Poteva batterlo anche in tre, la forma è buona, la determinazione anche. Meno quella di Sonego che è riuscito a sprecare un secondo turno con Andujar, perdendoci anche malissimo. Niente derby al terzo con Fabbiano, anche lui fuori in una bella partita, al quinto, con Bublik.
Per noaltri malati di tennis minore la notizia di giornata in realtà è la vittoria di Matteo Viola su Andy Murray a Maiorca (è stato struggente vedere 6000 persone sullo streaming di un challenger, intente a vedere l’ex vampiro in condizioni che hanno fatto un po’ di tenerezza), ma continuiamo a interessarci un po’ delle faccende americane, nonostante in Cina il mio idolo Tung-lin Wu continui a redimere con una costanza francamente commovente.
Dell’incredibile vittoria della Townsend su Halep abbiamo detto. Tra le altre perle di irrazionalità Wta ci sarebbe la vittoria, da sfavorita, dell’Ostapenko che domina la Riske nonostante i 17 doppi falli. 17!
Prosegue la marcia di Ons Jabeur, divelle, finalmente, con agio finalmente la Osaka. Se è in forma la metto tra le quattro favorite insieme a Williams, Barty (che faticherà con Sakkari) e Andreescu. Occhio alla Keys. Non da meno la bambina Coco Gauff che sa già quando usare la testa, il fisico e la forza, ma non riesco a immaginarla arrivare in fondo. Però si becca la foto di oggi.
Nuvole di incertezza per una volta anche sul singolare maschile. Djokovic si è fatto male, ma ha 291 vite, Medvedev ha vinto zoppicando, Federer non mi pare brillantissimo, Nadal è silente e pronto ad approfittarne, ma come forma maxima di redenzione ho giocato qualcosa su Kyrgios a 23.
Parliamo di un pazzo vero: si può suicidare con un fiammifero, è noto, ma se un dannato exploit slam se lo concedesse diciamo che sarebbe il palcoscenico più adatto. Intanto il prossimo avversario è già temibile: Rublev è in palla e potrebbero fare una gara di violenza che trasformi l’action anni ’80 in un genere per famiglie.
Segni di idiozia definitiva per Paire che si suicida da 2 set a 0, e di risveglio per Shapovalov, che pare davvero in palla: il terzo tuno con Monfils potrebbe essere un test interessante contro un giocatore che non ti da ritmo e continuità.
Per tutto il resto c’è il livescore.
[Foto credito: Brad Penner/USTA, presa in bassa risoluzione da UsOpen.org]